“Non ci desideriamo più?” Sessualità e relazione nella lunga durata
Quando il calo del desiderio sessuale diventa un sintomo di coppia: la storia di Margherita e Carlo
Margherita e Carlo stanno insieme da otto anni.
Una coppia solida, affiatata. Condividono affetti, valori, una casa e una routine ben rodata.
All’esterno tutto funziona. Ma da qualche tempo, qualcosa si è incrinato.
“Facciamo ancora l’amore, ma sempre più raramente. Non è che non ci vogliamo bene. Ma è come se l’intimità si fosse spenta.”
“Non saprei neanche dire quando è cominciato. So solo che adesso ci sentiamo lontani.”
Margherita e Carlo si vogliono bene. Ma non si desiderano più come prima. E questo, lentamente, ha portato a una distanza che va oltre il corpo.
Quando il desiderio si ritrae
Il calo del desiderio sessuale è una delle difficoltà più comuni nelle relazioni di lunga durata. Ma anche una delle più taciute.
Spesso, chi lo vive si sente in colpa, inadeguato, oppure si domanda se “sia normale”. Altri pensano che il problema non vada nominato, per non incrinare un equilibrio già fragile.
Eppure, dietro al silenzio si nasconde spesso una sofferenza profonda: la paura di essere rifiutati, la fatica a comunicare, la perdita di spontaneità.
Nel caso di Margherita e Carlo, entrambi si sentivano in colpa, ma nessuno trovava le parole giuste per affrontarlo.
“Pensavo fosse un problema mio,” racconta Margherita. “Che qualcosa in me si fosse spento.”
“E io mi dicevo che magari il lavoro, lo stress… Ma intanto evitavo il contatto, per non sentirmi ancora più frustrato,” aggiunge Carlo.
Sessualità e relazione: due strade che si incontrano
La sessualità non è un atto meccanico, né un dovere. È un dialogo sottile tra mente, corpo e relazione. E quando qualcosa cambia in uno di questi ambiti — stress, emozioni taciute, cicli di vita, fasi complesse — il desiderio può modificarsi, fino ad affievolirsi.
Non è una colpa. È un segnale.
Un invito a fermarsi e ascoltare.
In terapia, con Margherita e Carlo, abbiamo iniziato proprio da lì: dal comprendere, insieme, cosa stesse succedendo sotto la superficie.
Non era solo un problema “sessuale”: c’erano incomprensioni emotive, abitudini consolidate che avevano tolto spazio alla novità, difficoltà a esprimere bisogni profondi.
Abbiamo lavorato sulla comunicazione intima, sulla differenza tra “fare sesso” e “sentirsi desiderati”, sul recupero del contatto fisico non finalizzato alla prestazione.
Piccoli passi. Ma sinceri.
Si può tornare a desiderarsi?
La risposta non è mai standard. Ma la domanda più utile è un’altra:
“Possiamo tornare a riconoscerci, ad avvicinarci, a sentirci vivi insieme?”
Il lavoro terapeutico non forza la coppia verso un modello prestabilito. Ma aiuta a:
esplorare cosa il desiderio rappresenta per ciascuno;
distinguere i segnali del corpo da quelli della mente;
riscoprire una forma di intimità più autentica e possibile, nel presente.
Nel caso di Margherita e Carlo, non c’è stata una “rinascita erotica da film”. Ma hanno iniziato a parlarsi di nuovo. A toccarsi senza imbarazzo. A ridere. A riconoscersi.
“Non so dove ci porterà tutto questo,” ha detto Margherita. “Ma so che non mi sento più sola.”
“E io sento che non devo più fingere di stare bene. Posso essere vero con lei,” ha aggiunto Carlo.
Se anche tu stai vivendo qualcosa di simile…
Il calo del desiderio non è un segreto da nascondere. È un aspetto naturale della vita di coppia, che merita ascolto e spazio, non vergogna.
In terapia, possiamo lavorarci insieme: con rispetto, con strumenti concreti, con uno sguardo che tiene conto della complessità della relazione.
Ricevo in studio e online, offrendo un luogo sicuro dove esplorare ciò che accade, senza giudizio.
Se senti che qualcosa si è spento, ma vuoi provare a riaccenderlo, possiamo iniziare da lì.