“Mi manca il respiro. Sto impazzendo?”
Attacchi di panico: quando la paura arriva all’improvviso e cambia tutto
Chiara ha 34 anni, un lavoro a tempo pieno, una relazione stabile, amici e una vita apparentemente normale.
Eppure, da alcuni mesi, qualcosa ha smesso di funzionare come prima.
“È successo in macchina, mentre stavo andando al lavoro. Ho sentito il cuore impazzire, le mani sudate, la testa leggera. Ero convinta che stessi per morire. Ho accostato di colpo, tremavo. Ho chiamato mia sorella in lacrime. Avevo paura perfino a muovermi.”
Al pronto soccorso le hanno detto che non era un infarto. Era un attacco di panico. Ma per Chiara è stato difficile crederci:
“Com’è possibile che la mente possa far provare qualcosa di così fisico, così spaventoso?”
Attacco di panico: quando il corpo prende il sopravvento
L’attacco di panico è una crisi d’ansia improvvisa e molto intensa, che può comparire anche in assenza di un pericolo reale. È come se l’organismo si attivasse per fuggire da qualcosa… ma quel qualcosa è invisibile, confuso, indefinito.
Chi lo vive, spesso descrive:
tachicardia improvvisa e senso di svenimento,
fame d’aria, costrizione al petto o nodo alla gola,
nausea, formicolii, tremori, vampate di calore o brividi,
senso di irrealtà: come se tutto fosse ovattato o lontano,
pensieri catastrofici: “Sto morendo”, “Sto impazzendo”, “Perderò il controllo”.
Dura in media tra i 5 e i 20 minuti, ma chi lo vive racconta che il tempo si dilata, e tutto sembra fuori controllo.
Il primo pensiero è spesso quello di una malattia grave: infarto, ictus, svenimento imminente. Oppure di una perdita di controllo mentale.
E dopo? La paura della paura
L’attacco di panico in sé può anche sembrare un episodio isolato. Ma ciò che segue è spesso ancora più limitante: la paura che possa tornare.
“E se succede mentre guido?”
“E se mi capita al supermercato, in mezzo alla gente?”
“E se svengo? E se non riesco a chiedere aiuto?”
Così, inizia il ritiro: si evitano i luoghi, le situazioni, le persone. Si vive con allerta costante.
Chiara, ad esempio, ha smesso di guidare da sola. Ha iniziato a farsi accompagnare ovunque. Perfino andare a fare la spesa è diventato difficile.
“Controllavo ogni sensazione. Se sentivo un battito in più, andavo in allarme. Vivevo con il corpo sempre sotto osservazione.”
Questa fase si chiama ansia anticipatoria. E crea un vero e proprio circolo vizioso: più si teme l’attacco, più aumenta la tensione… e più il corpo si attiva. Fino a un nuovo picco.
Cosa si nasconde dietro l’attacco di panico?
Gli attacchi di panico non sono capricci, né fragilità. Sono un segnale del corpo e della mente. Una risposta estrema a una tensione che si è accumulata, magari per anni.
Nel lavoro terapeutico con Chiara, abbiamo scoperto che l’esordio dei suoi sintomi era avvenuto in un momento delicato della sua vita: cambi di responsabilità, senso di pressione continua, un carico mentale ed emotivo mai elaborato.
Era sempre stata quella che “tiene tutto sotto controllo”, che si prende cura degli altri, che non si ferma mai.
“Non avevo capito quanto stavo trattenendo. E quando il corpo ha urlato, ho avuto paura di non riuscire più a contenerlo.”
Gli attacchi di panico sono spesso il modo con cui il corpo chiede ascolto. Non sono il problema in sé, ma la punta dell’iceberg.
Come si affrontano in terapia
Il percorso non è uguale per tutti. Ma in genere, il lavoro psicologico prevede:
psicoeducazione: capire cosa succede davvero nel corpo durante l’attacco e perché;
strumenti pratici per affrontare il panico sul momento (respirazione, grounding, contenimento);
esplorazione dei vissuti e dei contesti di vita che hanno contribuito allo sviluppo del disturbo;
lavoro graduale sulle situazioni evitate, con un accompagnamento sicuro e rispettoso.
Nel caso di Chiara, è stato fondamentale riscoprire fiducia nel suo corpo.
Non più un nemico da temere, ma un alleato da ascoltare.
Se stai vivendo qualcosa di simile…
Forse anche tu stai cercando di capire cosa ti sta succedendo. Forse hai paura che “non passerà mai”.
Forse ti senti fragile, o incompreso da chi non ha mai vissuto un attacco di panico.
Sappi che non sei solo/a. E che non c’è nulla di sbagliato in te.
Ricevo in studio e online, offrendo uno spazio accogliente, riservato e centrato sulla tua esperienza, dove non serve avere tutto sotto controllo, dove si può iniziare semplicemente… da come stai.
Se il tuo corpo ti sta chiedendo ascolto, possiamo imparare insieme a decifrarlo.