
Quando il perfezionismo alimenta l’ansia
Luca ha 31 anni, lavora in uno studio di consulenza e da sempre è una persona “precisa”.
Ha imparato fin da piccolo che fare bene significa ricevere approvazione, e che un errore equivale a delusione.
All’università questa attitudine gli è stata utile: ore di studio, risultati eccellenti.
Ma oggi, nel lavoro e nella vita privata, quella stessa spinta si è trasformata in una fonte di fatica.