Perfezionismo, bodybuilding e ortoressia: quando il controllo diventa una gabbia

La storia di Marco

Marco ha 29 anni e da sempre ama lo sport. Negli ultimi anni si è dedicato al bodybuilding: allenamenti regolari, alimentazione precisa, obiettivi chiari.
All’inizio si sentiva bene: il corpo cambiava, riceveva complimenti, cresceva la fiducia in se stesso.

Poi, piano piano, la passione si è trasformata in ossessione.
Marco racconta:

“Se saltavo un allenamento, passavo la giornata a sentirmi in colpa. Se mangiavo qualcosa fuori dal piano, mi sembrava di aver rovinato tutto.”

Le uscite con gli amici sono diventate rare: troppa ansia davanti a un menù non “controllabile”. Ogni pasto era programmato, ogni allenamento obbligatorio.
Il risultato? Un corpo sempre più definito, ma una mente sempre più stanca.

 

La storia di Giulia

Giulia ha 26 anni, lavora in uno studio grafico e ha iniziato a seguire un’alimentazione “pulita” per sentirsi meglio. All’inizio le sembrava una scelta salutare. Poi però le regole sono diventate sempre più rigide: niente zuccheri, niente cibi “industriali”, niente pasti “improvvisati”.

Giulia racconta:

“Mi portavo i miei contenitori ovunque. A un compleanno, mentre tutti mangiavano la torta, io avevo la mia mela. Dicevo che stavo bene così, ma dentro provavo ansia e un senso di esclusione.”

Anche per lei l’allenamento è diventato una routine serrata. Non c’era spazio per fermarsi o ascoltarsi: ogni deviazione era vissuta come fallimento.

 

Quando il perfezionismo prende il sopravvento

Il filo comune tra Marco e Giulia è il perfezionismo. Quella spinta iniziale a “fare meglio” diventa, col tempo, una gabbia fatta di regole rigide:

  • allenamenti sempre più intensi e programmati;

  • pensieri ossessivi sul cibo;

  • paura costante di “rovinare i risultati”;

  • difficoltà a vivere la socialità, perché tutto ruota attorno a ciò che è consentito o vietato.

Questa forma di controllo esasperato prende il nome di ortoressia: un disturbo alimentare in cui il cibo, lo sport e il corpo non sono più strumenti di benessere, ma criteri assoluti di valore personale.

 

Il vissuto interiore

Chi vive questa esperienza spesso non si percepisce come in difficoltà. Anzi, tende a vedersi come “disciplinato” o “più sano” degli altri. Ma dietro ci sono ansia, rigidità e solitudine.

Marco e Giulia, pur nelle loro differenze, raccontano entrambi:

  • la paura di non essere mai abbastanza;

  • la fatica a lasciarsi andare;

  • il peso di dover mantenere un’immagine perfetta;

  • la sensazione di non riuscire più a godere davvero delle proprie passioni.

 

Il percorso in seduta

Il lavoro terapeutico non significa “smettere di allenarsi” o “abbandonare un’alimentazione sana”. Significa ritrovare libertà.

In studio esploriamo insieme:

  • quando il confine tra cura e ossessione è stato superato;

  • quali emozioni si nascondono dietro la rigidità;

  • come trasformare allenamento e alimentazione in scelte, non in obblighi;

  • come recuperare la socialità e il piacere senza sensi di colpa.

È un percorso che non punta a togliere ciò che si ama, ma a restituirgli spazio, equilibrio e significato.

 

Se ti riconosci

Forse ti sei avvicinato allo sport o al cibo sano per stare meglio. E forse oggi ti accorgi che quella passione è diventata una fonte di ansia, più che di benessere.

Non sei solo/a, e non sei “sbagliato”.
Il perfezionismo, il bodybuilding e l’ortoressia sono esperienze più diffuse di quanto si pensi, ma spesso taciute.
Parlarne è il primo passo per ritrovare un equilibrio che ti faccia stare bene davvero.

Ricevo in studio e online, in uno spazio sicuro e rispettoso, dove esplorare la tua esperienza senza giudizio e con la possibilità di costruire nuove prospettive.

 

Domande frequenti su perfezionismo, bodybuilding e ortoressia

1. Cos’è l’ortoressia?
È un disturbo alimentare caratterizzato dall’ossessione per il “mangiare sano” e dalla rigidità estrema nelle scelte alimentari. Porta a escludere molti cibi e a vivere con ansia ogni deviazione dalle proprie regole.

2. Perché il bodybuilding può favorire questi disturbi?
Il bodybuilding, se vissuto con equilibrio, è uno sport sano. Ma la ricerca di perfezione fisica, unita al perfezionismo personale, può trasformarsi in un’ossessione per il corpo e il controllo del cibo.

3. Come faccio a capire se ho superato il confine tra passione e ossessione?
Se il pensiero di cibo e allenamenti occupa gran parte della giornata, se vivere momenti sociali diventa difficile e se il piacere lascia spazio all’ansia, è un segnale che qualcosa si è sbilanciato.

4. Quali sono i sintomi più comuni?

  • rigidità alimentare estrema;

  • ansia o sensi di colpa dopo “sgarri”;

  • allenamenti vissuti come obbligo e non come scelta;

  • isolamento sociale;

  • percezione di non essere mai “abbastanza”.

5. Come può aiutare la terapia?
La terapia permette di:

  • riconoscere le dinamiche di perfezionismo;

  • esplorare i vissuti che alimentano l’ossessione;

  • ritrovare un rapporto più libero con cibo, corpo e sport;

  • recuperare piacere e socialità senza sensi di colpa.

 

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Quando il perfezionismo alimenta l’ansia