Quando le feste fanno male: riconoscere la tristezza in un periodo in cui “dovremmo essere felici”

Un tempo di luci che può far emergere ombre profonde. E che merita ascolto, non giudizio.

La storia di Martina: “Non so perché, ma a dicembre sto peggio”

Martina ha 32 anni, un lavoro che le piace e una relazione stabile. Eppure, ogni anno, quando arrivano le luci nelle strade e i primi inviti ai pranzi di Natale, qualcosa dentro di lei si spegne.

“È come se fossi tagliata fuori,” dice.
“Tutti sembrano più felici, più entusiasti, più ‘a loro agio’, mentre io mi sento in colpa perché non riesco a provare quello che dovrei.”

Martina non ha un motivo chiaro. Non ha un lutto recente, né particolari difficoltà. Ma il periodo delle feste amplifica una tristezza sottile, una sensazione di vuoto che durante l’anno rimane più silenziosa.

 

Il paradosso delle feste: un clima “obbligato” di felicità

Le feste sono un tempo collettivo: condiviso, rituale, carico di immagini precise.

  • Famiglie unite.

  • Relazioni armoniose.

  • Case piene.

  • Regali.

  • Tempo di qualità.

  • “Atmosfera speciale”.

Chi non si riconosce in questa narrazione — o semplicemente non sente di appartenervi — si ritrova a vivere un paradosso emotivo:

Più il mondo dice “devi essere felice”, più cresce la sensazione di star sbagliando qualcosa.

Non è depressione in senso clinico. È una dissonanza: tra ciò che si sente e ciò che “dovrebbe” essere sentito.

 

Perché le feste amplificano la tristezza?

La tristezza in questo periodo non nasce dal nulla. È spesso il risultato di un incontro tra:

1. La pressione sociale della felicità

Ci viene ricordato che dovremmo essere grati, sereni, leggeri. Ma la vita reale non segue il calendario.

2. Bilanci emotivi quasi automatici

Dicembre porta domande non richieste:

  • “Cosa ho concluso quest’anno?”

  • “Sono dove vorrei essere?”

  • “La mia relazione funziona davvero?”

Domande di senso che possono fare male.

3. La memoria emotiva

Le feste riportano a galla ricordi, mancanze, fratture familiari, vecchie ferite. Anche quando non ce ne rendiamo conto.

4. Solitudine nelle coppie

Non serve essere soli per sentirsi soli. A volte, nelle relazioni, il periodo delle feste mette in luce una distanza già presente ma poco nominata.

5. Affaticamento emotivo

Chi trascorre l’anno “tenendo duro”, affrontando responsabilità, progetti, relazioni complesse, può arrivare alle feste semplicemente stanco.
E quando ci fermiamo, la mente si lascia sentire.

 

Il fatto importante è questo: non c’è nulla di sbagliato nella tristezza.

La tristezza non è un difetto. È un segnale. Un invito.

Indica che qualcosa dentro di noi chiede attenzione, o spazio, o un modo diverso di vivere.

Spesso, chi arriva in terapia in questo periodo dice: “Mi vergogno a dirlo, ma a Natale sto male.”
È una frase molto più comune di quanto si pensi.

 

In seduta: fare spazio alle emozioni senza forzarle

Nell’approccio fenomenologico-ermeneutico, il lavoro non è “far passare la tristezza”, ma capire che storia sta raccontando.

Con Martina non abbiamo cercato di “correggere” il suo malessere. Abbiamo fatto il contrario: lo abbiamo ascoltato.

Da lì sono emersi significati che non aveva mai considerato:

  • la fatica di essere sempre performante;

  • il senso di responsabilità verso la sua famiglia;

  • il confronto con relazioni che, negli anni, aveva idealizzato;

  • una parte di sé che desiderava rallentare, non festeggiare.

Quando ha smesso di imporsi la felicità, la tristezza ha smesso di pesare. Perché è diventata un’esperienza, non un fallimento.

 

Quando parlare con uno psicologo può aiutare

Può essere utile un confronto professionale se:

  • il periodo delle feste amplifica ansia, tristezza o confusione;

  • senti di “non essere più tu/a”;

  • la pressione emotiva diventa difficile da gestire;

  • vivi tensioni nella coppia legate alle aspettative familiari;

  • senti il bisogno di comprendere meglio ciò che accade dentro di te.

Non serve arrivare “al limite”. A volte basta un piccolo spazio dove poter dire: “Sto vivendo questo e non so perché.”

 

FAQ — Tristezza durante le feste

1. È normale sentirsi tristi a Natale o durante le feste?

Sì. Molto più normale di quanto si pensi. Le feste amplificano emozioni, ricordi e aspettative.

2. Da cosa può dipendere questa tristezza?

Dalla pressione sociale, da bilanci personali, da ricordi, da dinamiche familiari, da un periodo di stress o semplicemente da un ritmo di vita troppo intenso.

3. Cosa posso fare quando mi sento così?

Non forzarti a essere felice. Prova a riconoscere ciò che senti, a ridurre gli impegni e a cercare momenti di autenticità e respiro.

4. È legato alla depressione?

Non necessariamente. Il malessere delle feste può essere transitorio, ma se persiste o diventa molto pesante, è utile parlarne con uno psicologo.

5. Il percorso psicologico può aiutare davvero?

Sì. Il percorso offre uno spazio non giudicante per comprendere il senso di ciò che si vive, e per trovare un modo più autentico di attraversare questo periodo.

 

La tristezza durante le feste non è un errore, né un’anomalia. È una parte autentica dell’esperienza umana.

Non sempre abbiamo bisogno di festeggiare: a volte abbiamo bisogno di ritrovarci.
E se senti che questo periodo accentua la tua fatica emotiva, posso offrirti uno spazio di ascolto a Verona e online.

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