Cosa accade davvero in un percorso di coppia

Uno spazio per restare, capire, attraversare

C’è un momento, nelle relazioni, in cui non si riesce più a capire cosa sta succedendo.
Le parole non arrivano. I gesti sono sempre gli stessi. Il tempo insieme ha perso calore, o direzione.
E spesso ci si ritrova a chiedersi:

“Dove ci siamo persi?”
“Possiamo ancora sentirci?”
“Ha senso restare, così?”

Chi si rivolge a me per iniziare un percorso di coppia non lo fa mai con leggerezza. È sempre un gesto serio, spesso carico di fatica, a volte di vergogna.
Ma anche, profondamente, un atto d’amore. Verso l’altro, e verso la propria verità.

 

Ogni coppia è una storia che cerca di raccontarsi

Nel mio modo di lavorare, la coppia non è un problema da risolvere, né un insieme di dinamiche da correggere.
È una storia viva, fatta di scelte, emozioni, significati. Una storia che, a un certo punto, ha smesso di raccontarsi bene o ha perso il linguaggio per farlo.

Ogni relazione ha una struttura implicita: modi di stare insieme, aspettative, immagini reciproche, anche inconsapevoli.
In studio, proviamo a stare dentro a questa struttura. Non per giudicarla, ma per guardarla. Per capire cosa tiene insieme, cosa allontana, cosa ferisce, cosa silenzia.

Non ci sono ricette. Solo domande che aprono. E la possibilità, se si resta abbastanza dentro l’esperienza, che emerga un senso nuovo.

 

Come si svolge il lavoro in seduta

Nelle prime sedute, non chiedo subito “cosa non funziona”.
Chiedo, piuttosto:

  • “Come vi raccontate?”

  • “Che significato ha per voi essere qui?”

  • “Com’è stare in questa relazione, oggi?”

Spesso la crisi è un evento visibile (un tradimento, una rottura), ma più spesso è una tensione invisibile: uno scollamento tra ciò che si vive e ciò che si sente di non poter più nominare.

Il mio compito non è spiegare cosa succede, ma rimanere accanto a ciò che emerge: nel linguaggio, nei silenzi, nei piccoli spostamenti emotivi che avvengono in seduta.

 

Un approccio fenomenologico ed ermeneutico

Nel mio lavoro uso l’approccio Cognitivo Neuropsicologico, con radici profonde fenomenologiche ed ermeneutiche.

  • Fenomenologiche, perché l’esperienza di ciascuno è al centro: viene accolta così com’è, senza ridurla a categorie o a diagnosi. Non ti dirò mai “cosa dovresti provare”. Ma ti aiuterò a esplorare cosa accade davvero quando lei si allontana, o quando lui non ti ascolta più.

  • Ermeneutiche, perché cerchiamo insieme un significato. Non una verità unica, ma una comprensione che abbia senso per voi, nella vostra storia.
    Il passato non è spiegazione, ma contesto. E ogni gesto, anche il più faticoso, può raccontare qualcosa di prezioso, se ascoltato bene.

 

Cosa rende utile un percorso

La terapia di coppia funziona quando entrambi riescono, anche con fatica:

  • a rimanere: non nella lite, ma nella domanda;

  • a parlare per sé, senza accusare;

  • a ri-conoscere l’altro, non per quello che si sperava fosse, ma per ciò che è, oggi.

Non sempre si arriva a una “soluzione”. Ma spesso si arriva a una forma di chiarezza che prima sembrava impossibile.
E da lì, si può decidere. Con più libertà. Con più rispetto.

 

Se state attraversando un momento complesso

Se vi sembra di non riuscire più a parlarvi, o se vi parlate troppo e non vi capite più…
Se sentite che c’è ancora qualcosa che merita di essere guardato, nominato, attraversato…
Forse è il momento di fermarsi.

Ricevo in studio e online. Offro uno spazio in cui non servono risposte immediate, ma disponibilità ad ascoltare ciò che c’è.

Ogni relazione è una possibilità che cambia. Possiamo guardarla insieme, senza forzarla, ma senza più lasciarla sola.

 

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Crisi di coppia: è solo un momento difficile o è il momento di fare qualcosa?